
Il cristiano, prima di parlare con la lingua, deve parlare con l’amore. I primi cristiani, in tempo di persecuzione, non potevano parlare di Dio; parlava il loro amore: “Vedete come si amano”, dicevano i pagani. Prima di proclamare la fede in Dio, la testimoniavano con i fatti, con l’amore. “Da questo tutti sapranno che siete miei discepoli, se avrete amore gli uni per gli altri (Gv13,35). Proseguendo la lettura dell’inno all’agape in chiave cristologica sostituiamo la parola “amore” con la parola Gesù, risentendo dentro, il nome di Gesù, quasi come un eco di ritorno. Questa sostituzione non è un semplice giochetto formale, ma qualcosa di più profondo perché mostra come ortodossia ed ortoprassi sono intimamente congiunte.“L'amore è paziente”, Gesù è paziente. “E’ benigno l'amore”; Gesù è benigno.“Non è invidioso l'amore, non si vanta, non si gonfia, non manca di rispetto, non cerca il suo interesse, non si adira, non tiene conto del male ricevuto, non gode dell'ingiustizia, ma si compiace della verità”.Gesù non è invidioso, non si vanta, non si gonfia, non manca di rispetto, non cerca il suo interesse, non si adira, non tiene conto del male ricevuto, Gesù non gode dell’ingiustizia, ma si compiace della verità.Tutto copre, tutto crede, tutto spera, tutto sopporta. Gesù tutto copre, tutto crede, tutto spera, tutto sopporta. L'amore non avrà mai fine.” Gesù non avrà mai fine. Allora, concludendo, come possiamo dire che amare non è facile, ma fa felici così pure possiamo dire che essere cristiani non è facile, ma fa felici.
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